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Il progetto

Il progetto

Arrampicato su una dolce collina che guarda il mare a ovest e Volterra a nord-est, a 12 km dalla costa, Casale Marittimo appare al visitatore come luogo d’incanto, tagliato fuori dalla storia e dalle ansie del terzo Millennio.
Ha una storia antica, che risale – per quello che adesso sappiamo – al IX secolo a.C. Ma sappiamo che già nell’VIII secolo era insediamento di importanti famiglie e ricordo che in località Casa Nocera sono state portate alla luce una abitazione di notevoli dimensioni e una necropoli a essa pertinente, relativa ad un’unica famiglia che la sfruttò per almeno due generazioni fra il 700 e il 675 a.C. Altri significativi reperti, fra cui una tomba a tholos del V secolo a.C., testimoniano l’importanza delle famiglie che abitarono il territorio; anche in epoca romana Casale fu luogo privilegiato da ricche famiglie come “residenza di campagna”: lo attesta una piccola villa, nel Botro della Pieve, i cui materiali sono stati reimpiegati in alcuni edifici dei paese.

In epoca medievale esistevano due castelli con lo stesso nome: Casalvecchio, di cui è rimasta solo la collina omonima a sudest dell’attuale paese, e Casalnuovo, l’odierno Casale Marittimo. La prima attestazione documentata del castello risale al 1004: i proprietari erano i conti Della Gherardesca. Ne abbiamo notizie anche in una lettera del vescovo di Volterra del 1344, dove egli racconta come il conte Gherardo di Donoratico fosse ammalato nel castello di Casale, a causa della cattiva aria e consigliava di portarlo altrove. In entrambi i casi si faceva riferimento a Casalvecchio, distrutto poi nel 1363 durante una battaglia tra pisani e fiorentini.

Nel 1407 Casalnuovo ottenne da Firenze il permesso di costituirsi in Comune: ma restò sotto il potere dei conti Della Gherardesca-Montescudaio, e in posizione subordinata rispetto ai Comuni di Montescudaio e Guardistallo, accettandone anche gli statuti. Nei secoli seguenti la vita del paese fu caratterizzata dalle lotte ai pirati saraceni e alla malaria; nel 1738 entrò a far parte del marchesato di Riparbella, feudo del conte Carlo Ginori.

Giovanni Targioni Tozzetti, che lo visitò nel 1742, scrisse: “Casale moderno è il più grosso, e più salubre Castello di tutto il Marchesato. La ragione della salubrità è non solamente una vicina Fontana d’acqua buona, come anche la situazione favorevole in uno sporto di Collina elevata, e benissimo ventilata.”

Con le riforme del granduca Pietro Leopoldo (1777) le terre vennero redistribuite e accentrate nelle mani di alcune nuove famiglie facoltose: Cancellieri, Sparapani, Mannari, Marchionneschi, che detennero il potere nel Comune fino alla prima metà del nostro secolo.

Con il XIX secolo Casale ha acquisito l’attuale fisionomia: nella seconda metà dell’Ottocento venne demolita la porta meridionale per costruire la Torre Civica con l’orologio; nel 1872 si iniziò la costruzione della nuova chiesa e la vecchia venne trasformata in municipio; nel 1855 venne inaugurato l’attuale cimitero.

Nel 1862 il Comune, sino ad allora chiamato “Casale nelle Maremme”, assunse il nome di “Casale di Val di Cecina”; dal 1900 si chiama “Casale Marittimo”.

GN

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